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giovedì 30 dicembre 2010

Tradizioni diverse

Quanta invidia desta lo spettacolo della Premier League, soprattutto a Natale. Stadi pieni, partite intense, terreni di gioco perfetti. Un vero spettacolo, arricchito dall'atmosfera festiva che solo in queste settimane si respira. Il calcio in fondo è uno spettacolo. Quale periodo migliore del Natale per valorizzarlo? Il boxing day e le partite giocate a Capodanno sono ormai una tradizione radicata nell'ambiente british. Uno degli aspetti più belli del calcio d'Oltremanica.



Quanto è distante l'Italia... Nel basket da alcuni anni la federazione ha tentato di copiare l'evento. Nessuna sosta natalizia, si gioca anche a Natale. Il basket day, quest'anno previsto per il 2 dicembre, rappresenta già una felice intuizione. Tanti spettatori e un modo per attirare nuovi tifosi nei palazzetti. Nel calcio invece le cose funzionano diversamente. I professionisti hanno chiuso baracca il 19 dicembre. Torneranno in campo all'Epifania. Venti giorni di riposo per festeggiare in famiglia e recuperare le energie per la seconda parte di stagione. L'idea di giocare a Natale è solo una chimera. Anche oggettivamente sarebbe difficile. I nostri stadi non sono quelli inglesi. Stadi ghiacciati e scomodi, trasferte vietate ai tifosi, propositi di giocare a porte chiuse. Il 2010 è finito. L'anno nuovo sembra molto simile al precedente...

martedì 14 dicembre 2010

Arsenal bocciato all'esame di maturità. Lo United torna in vetta


Che differenza passa tra una squadra che gioca bene e fa divertire il suo pubblico e una che vince e regala trofei? Chiedete a Wenger, forse lui conosce la risposta. O forse neppure lui lo sa, dato che la sua squadra appartiene a pieno titolo alla prima categoria, quella delle eterne incompiute. 

Ieri sera all’Old Trafford, nel Monday night della 18° giornata di Premier League, lo United ha superato per 1 a 0 i gunners grazie a un gol del coreano Park. Non è stata una grande partita, dal punto di vista del gioco. Tanta intensità ma poche occasioni da rete. Ha deluso soprattutto l’Arsenal che ha fallito l’esame  di maturità. Uscire da Manchester con dei punti avrebbe permesso ai londinesi di fare quel definitivo salto di qualità. La crescita di una squadra passa da partite come quella di ieri sera, uno scontro diretto in grado di testare la forza di una possibile candidata al titolo. Lo United, con il minimo sforzo, basando la propria partita su uno schieramento abbottonato, con il solo Rooney di punta, ha vinto ed è stata quella che ha avuto le uniche occasioni per segnare. Se si considera infatti la parata di Szczesny nella ripresa, il tiro di Nani in avvio e il rigore sbagliato di Rooney, si può tranquillamente ritenere che le occasioni le ha avute lo United. L’Arsenal ha fatto la partita, tenendo in maniera sterile il possesso palla, ma ha portato quasi nessun pericolo a Van der Sar. Gli uomini di Wenger hanno pagato la giornata no di quei giocatori capaci di creare superiorità numerica (Arshavin e Rosicky soprattutto). Contro le due linee folte e coperte dello United solo una giocata individuale avrebbe permesso di creare pericoli. Nasri ha tentato in un paio di occasioni, troppo poco per far traballare la retroguardia guidata da Vidic e Ferdinand.

La profezia di Evra si è rivelata giusta. Il terzino francese alla vigilia, in maniera un po’ dura, aveva definito l’Arsenal un centro di formazione. Per diventare anche vincenti infatti serve qualcosa di più. Per informazioni chiedere a sir Alex.

Luca Paradiso

martedì 7 dicembre 2010

Se non sei blaugrana non ti premiamo...

Il Pallone d'oro 2010 avrà un podio monocolore, o meglio bicolore: rosso e blu. Solo il Milan di Sacchi fece qualcosa di simile sul finire degli anni 80, ma quella squadra ebbe il merito di sollevare la Coppa dei Campioni e i suoi migliori interpreti vinsero anche il campionato Europeo. Il Barcellona invece nel 2010 ha fallito l'appuntamento più importante, la Champions. Nessun dubbio sul fatto che i catalani siano i migliori interpreti del calcio europeo, ma se davvero il titolo di miglior calciatore europeo viene attribuito a chi ha vinto da protagonista, allora qualcosa non torna. Non si tratta di un premio al più forte, ma al migliore nell'anno solare. Con tutti i dubbi che un riconoscimento individuale in uno sport di squadra può lasciare.


Già l'esclusione di Milito dalla rosa dei 23 aveva fatto sorgere molti dubbi, anzi molti sospetti. Forse vestire i colori del Barcellona dà qualche punteggio in più. Loro sono forti, belli, sportivi (…) quindi come non premiarli. E non importa se nella semifinale di ritorno contro l'Inter fecero partire gli idranti per evitare che le orde barbariche nerazurre profanassero il Camp Nou.

La storia non doveva andare così, o meglio i cervelloni del calcio non volevano andasse così. Però il bello dello sport è proprio questa sua imprevedibilità: non sempre i più forti vincono.



Xavi, Iniesta e Messi. Tra questi tre nomi uscirà quello del migliore. A questo punto il mio personale favorito è Xavi. Si ratta di tre fuoriclasse assoluti, ma con un'annata alle spalle molto diversa.

Iniesta ha pagato una stagione ricca di infortuni e povera di partite. Ha messo lo zampino sulla Coppa del Mondo ma può bastare un gol per decidere un premio simile?

Messi... non si discute. Fortissimo, imprendibile, impeccabile, prototipo perfetto del calciatore da ammirare, ma ha fallito gli esami più importanti. Nella partita più attesa con il Barcellona, la semifinale di Champions, non ha lasciato il segno. Ha giocato un mondiale come un normale calciatore, senza incidere, ed è naufragato insieme all'albiceleste. Se davvero il Mondiale può spostare tanti voti, Messi deve necessariamente pagare il suo cattivo torneo. Ha vinto la Liga, da capocannoniere. Ma pure Drogba ha vinto la Premier e Rooney ha fatto un'annata fantastica a livello di segnature. Due nomi a caso che con Leo condividono un mondiale fallimentare.

Rimane Xavi, la mente del Barcellona, il faro della Spagna. Se davvero si vuole premiare la continuità e il giocatore che ha fatto la migliore annata, tra i tre scelgo il piccolo regista catalano.



Luca Paradiso