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mercoledì 16 novembre 2011

Euro 2012: l'assurdità delle fasce di merito

Non rimane che attendere i sorteggi. Definita la griglia delle 16 squadre che la prossima estate si giocheranno il titolo di Campione d'Europa l'attesa è ora rivolta ai prossimi sorteggi nei quali verranno definiti i quattro gironi eliminatori. Le partecipanti sono divise in quattro fasce, anche se, come mai in passato, la differenza tra i vari gruppi di merito appare molto limitata. Eccezion fatta per la Spagna, campione uscente, e l'Olanda, finalista in Sudafrica, la presenza tra le teste di serie di Polonia e Ucraina, le nazioni organizzatrici, spinge nelle fasce più basse nazionali forti e abituate a ben figurare nelle manifestazioni internazionali. Questa situazione potrebbe garantire lo spettacolo. La “Dea bendata” potrebbe infatti regalare gironi equilibrati e difficili, partite subito di buon livello, facendo saltare la consuetudine di regalare una partenza soft alle nazionali più forti.
 
Ucraina e Polonia infatti hanno spinto in seconda fascia Germania, Inghilterra e Italia. Incuriosisce e spaventa anche la presenza nella quarta urna della Francia. La nazionale di Blanc non è ai livelli della rappresentativa che tra il 1998 e il 2006 seppe salire sul podio di due Mondiali e un Europeo, ma è pur sempre una squadra da prendere con le molle, capace di creare problemi a molti avversari. Per questo il suo inseriemnto in quarta fascia, soliamente destinata alle più deboli, rappresenta un rischio per le altre.
 
Paradossalmente è più conveniente trovarsi in seconda fascia, piuttosto che in prima. Germania, Italia, Inghilterra e Russia hanno il 50% di possibilità di incrociare una delle due organizzatrici. Ucraina e Polonia avranno dalla loro il vantaggio di giocare in casa, ma tecnicamente e qualitativamente sono inferiori alle avversarie della seconda fascia. Più complicata la situazione di Spagna e Olanda. Il loro inserimento tra le teste di serie le potrebbe mettere di fronte a un girone di ferro, eludendo quella che solitamente era il vantaggio di finire in prima fascia. I campioni del mondo e i vice campioni potrebbero incrociarsi, fin dall'avvio, con Germania, Portogallo e Repubblica Ceca. Dove sta il vantaggio?
 
L'idea di premiare le squadre organizzatrici inserendole in prima fascia è ammirevole. Garantisce pubblico e interesse. Tuttavia se su quattro posti due vengono già assegnati a nazionali non proprio fortissime che senso hanno le teste di serie? Meglio un sorteggio libero. Siamo sicuri che la composizione dei gruppi sarebbe stata molto simile a quella che avverrà con l'attuale sistema.
 
Già il partecipare di diritto è un premio, un grande premio a nazionali, Ucraina e Polonia in questo caso, che difficilmente avrebbero staccato il biglietto per la assegna continentale. L'inserirle in prima fascia è un secondo e inopportuno riconoscimento.


Magari un giorno sarà San Marino a organizzare un Europeo....


Pot 1: Ucraina, Polonia, Spagna, Olanda
Pot 2: Germania, Italia, Inghilterra, Russia
Pot 3: Croazia, Grecia, Svezia, Portogallo
Pot 4: Danimarca, Francia, Repubblica Ceca, Irlanda

lunedì 3 ottobre 2011

Pensieri liberi... la Juve di Conte

Che bella Juve. Aggressiva, determinata, sempre propositiva. Capace di sterilizzare tutte le fonti di gioco del Milan (che si riducono a Ibra, Seedorf e poco più).

Ha destato davvero una bella impressione la squadra di Conte. Se la partita di ieri doveva essere la prova di maturità, non è sbagliato dire che la Juve è pronta. Il rischio che le esperienze del passato si possano ripetere, soprattutto la partenza perfetta con Ferrara, fa tenere un profilo ancora basso. Nell'incertezza della serie A, dove le milanesi stentano e le medie volano, i bianconeri non devono temere di candidarsi per un ruolo da protagonista.

Ieri sera la Juve ha vinto grazie all'intensità e ai buonissimi sincronismi. Ha stupito la ferocia con la quale la squadra ha attaccato i rivali rossoneri. Capita spesso di vedere una squadra, solitamente una provinciale, che nell'affrontare una big punti sull'aggressività e sul pressing. Salvo poi trovarsi nell'ultima mezz'ora a corto di fiato e pagare il diverso tasso tecnico. La Juve invece è durata 90 minuti. Sintomo di una condizione atletica eccellente e di un'organizzazione di gioco notevole. Quando una squadra sa occupare bene il campo riesce in ogni situazione a mettere pressione agli avversari. La Juventus lo ha fatto perfettamente.
 
La mancanza delle coppe inoltre potrebbe essere decisiva. Anche la prima Juve di Lippi, quella dei tre attaccanti che portavano pressione già nella metà campo avversaria, vinse il suo primo scudetto concentrandosi unicamente sul campionato, senza la scocciatura dell'Europa. Per costruire una grande squadra serve proprio il lavoro quotidiano e la possibilità di focalizzarsi su un solo obbiettivo.

lunedì 19 settembre 2011

Pensieri liberi... Mancini, Gasp e Federico Buffa

Mancini si è lamentato per la carenza di alternative in mezzo al campo. Immediatamente i tabloid inglesi si sono scagliati contro il tecnico italiano e lo hanno ribatezzato "il ricco bambino viziato". Il tecnico aveva già sottolineato la ristrettezza della rosa a sua disposizione, arrivando a tesserare Hargreaves l'ultimo giorno di trattative.
Facendo il conto dei soldi spesi in estate, ben 79 milioni di sterline (Sergio Aguero 38 milioni; Samir Nasri 25 milioni; Stefan Savic 9 milioni, Gael Clichy 7 milioni, Owen Hargreaves arrivato a parametro zero) non si può che sorridere alle affermazioni del Mancio. Il suo avversario di domenica, il tecnico del Fulham Martin Jol, probabilmente non ha mai visto una cifra simile....

La sostituzione Forlan-Muntari ha scatenato il popolo nerazzurro. Il messaggio di Gasperini è chiaro. l'Inter fa troppa fatica a centrocampo. Da ormai due stagioni, escluso Poli che è ai box, non è stato acquistato nessuno in quella zona di campo. Motta è spesso infortunati, Cambiasso, Zanetti e Stankovic devono fare i conti con la carta d'identità. Forse al posto dei vari Jonathan, Alvarez e Zarate era meglio puntare su un mediano di sostanza in grado di rinverdire un reparto sulla via del tramonto. Altrimenti cari interisti vi tocca sorbirvi il mai tanto amato Muntari.

Il Napoli può davvero vincere lo scudetto? Con un anno di esperienza in più e alcuni interessanti innesti la squadra di Mazzarri può lottare tranquilamente con le milanesi. Si diceva che Cavani non avrebbe ripetuto la stagione scorsa, che è più difficile confermarsi, che ormai le avversarie conosco il gioco di Mazzarri, invece...
Degli azzurri sorpende la freschezza fisica e la capacità di ribaltare l'azione. Avevo dubbi sulla capacità di Inler di integrarsi in una squadra abituata a giocare con due corridori in mezzo al campo. Lo svizzero invece ha aumentato il livello qualitativo del centrocampo azzurro, senza modificarne l'equilibrio.

Dispiace che un giornalista serio, competente come pochi e in grado di regalare analisi sempre originali come Federico Buffa abbia deciso di lasciare Sky calcio show. L'Avvocato è comunque un numero uno. Per fortuna c'è youtube.

martedì 16 agosto 2011

Fabregas al Barcellona

Cesc Fabregas è, nuovamente, un giocatore del Barcellona. Il catalano, otto anni dopo la propria partenza, torna nella squadra che lo ha cresciuto fino all'età di 16 anni. Il club che, pur lanciando campioni in continuazione, non aveva saputo vedere le potenzialità del piccolo centrocampsita, tanto da spedirlo in Inghilterra come saldo dell'acquisto di Silvinho.

Finisce così una lunga e, onestamente, noiosa telenovela di calciomercato. Tre anni di ammiccamenti, trattative, passaggi imminenti poi saltati. Fabregas lascia l'Arsenal, la squadra che lo ha reso giocatore di livello inernazionale, che gli ha affidato, a poco più di 18 anni, le chiavi della squadra. Lascia Wenger, il manager capace di scovarlo e farlo crescere. Un'addio che crea un vuoto nei tifosi dei gunners, amareggiati da questa scelta e, leggendo nei vari forum e blog, dispiaciuti per quello che suona come un tradimento. Il sacrificio di Cesc rientra nell'ottica di un club ormai abituato a incassare sterline da cessioni eccellenti. Anche da un punto di vista tecnico la partenza ci sta. Fabregas ormai non aveva più voglia di vestire la maglia dell'Arsenal e l'ultima stagione, condita da infortuni e poche prestazioni "alla Fabregas", ne è la testimonianza.

Il suo arrivo al Barcellona rende la rosa di Guardiola ancor più ampia e competitiva. Tuttavia viene da chiedersi, avrà spazio nell'11 titolare? Per caratteristiche dovrebbe sostituire Xavi. Nel centrocampo a tre di Guardiola infatti Busquets è l'uomo che da equilibrio, Iniesta il tuttofare che spacca le partite e il 31enne catalano il classico regista. Unico al mondo per caratetristiche, Xavi interpreta il ruolo di play in modo unico. Come Fabregas non saprebbe fare. L'ex Arsenal infatti è più offensivo e meno manovriero.
Forse il Barca ha voluto mettersi in casa l'erede di Xavi, che tuttavia a 31 anni ha ancora davanti almeno 3 stagioni ad alto livello. In rosa inoltre c'è quel Thiago Alcantara di cui si palra un gran bene e che adesso rischia di veder ridotto il proprio minutaggio. 
Onestamente trovo difficile inquadrare l'arrivo di Fabregas? Perchè il Barcellona ha deciso di spendere quasi 35 milioni per un centrocampista che rischia di diventare un'alternativa, di lusso, ma non un titolare?
A meno che Guardiola non decida di cambiare modulo tattico. Con un rombo a centrocampo potrebbero trovare spazio tutti, sacrificando una punta. Ma anche in attacco i blaugrana hanno investito forte, acquistando il cileno Sanchez. Inoltre l'abbandono del 4-3-3 suonerebbe come un'abiura verso uno schieramento che ha reso i catalani la squadra più vincente del presente. Nel calcio è fisiologico cambiare, l'immobilismo non garantisce continuità di successi. Quello che non comprende è: perchè Guardiola si ostina a cercare nuove soluzioni (Ibra due anni fa ne è un esempio) se poi comunque è sempre il vecchio Barcellona a garantirgli successi?

venerdì 5 agosto 2011

Che brutto sorteggio...l'Udinese pesca l'Arsenal

Senza farsi troppe illusioni: l'Udinese ha pochissime possibilità di accedere al tabellone della Champions League. L'urna, già piena di insidie, gli ha regalato il peggior avversario possibile. Contro l'Arsenal serve un'impresa super.



Avesse preso il Benfica se la sarebbe potuta giocare, forse anche contro il Lione, ma le altre tre (Villareal, Bayern Monaco e Arsenal) oggettivamente hanno qualcosa di più. Non si tratta solo di club blasonati e abituati a giocare competizioni del genere, ma di rose altamente competitive e assortite. L'Arsenal, soprattutto, è quella che ha cambiato meno in questo calciomercato e, salvo offerte dell'ultima ora, il 16 agosto potrà fare affidamento anche su Fabregas e Nasri. I due, uniti ai vari Song, Wilshere, Van persie, Walcott, fanno veramente paura a un'Udinese uscita dal mercato con molti punti interrogativi. Partiti Sanchez e Inler non è arrivato nessun calciatore di esperienza, ma altri possibili grandi calciatori che dovranno dimostrare immediatamente di che pasta sono fatti.



L'Arsenal gioca da diverse stagioni nello stesso modo. Tanto, talvolta troppo, possesso palla, sfruttamento del campo nella sua ampiezza e scambi rapidi tra i molti centrocampisti dotati di ottima tecnica individuale. Se ci si vuol affidare ai numeri Wenger manda in campo i suoi con un 4-2-3-1 che ha in Van Persie un terminale atipico, molto diverso dal centravanti punto di riferimento che chi adotta lo schema a un solo attaccante spesso predilige. L'olandese ama svariare e questo suo modo di giocare talvolta rischia di creare dei vuoti in area di rigore. Se si vogliono trovare difetti ai gunners bisogna cercare nella poca concretezza che talvolta la squadra dimostra; quando per la giocata fine a sé stesso, o per la voglia di entrare in porta con il pallone tra i piedi, viene vanificata la gran mole di gioco prodotta. Oppure il reparto difensivo non è sempre impeccabile e talvolta lascia evidenti buchi agli avversari.



Se Guidolin vorrà almeno tentare l'impresa dovrà costruire il doppio confronto su questi limiti. Di Natale potrebbe sfruttare la maglie troppo larghe di una difesa che spesso viene lasciata sguarnita da terzini abituati a proporsi costantemente in fase offensiva. Lasciando il pallino del gioco in mano ai gunners e costruendo due linee vicine e compatte si può provare... certamente non sarà facile.

martedì 2 agosto 2011

Calcio d'estate, quando finirai

Manca ancora quasi un mese (purtroppo) alla chiusura del calciomercato. L'estate, con le sue trattative vere o presunte, è ormai il periodo dell'incertezza e delle banalità. Trasferimenti annunciati e mai conclusi, affari saltati all'ultimo momento... un tourbillon di voci che hanno l'unico pregio di far sognare tifosi delusi e desiderosi di vedere la propria squadra vittoriosa.

Ancora un mese che sicuramente regalerà colpi sensazionali. Si parla di Fabregas al Barcellona (la storia ormai è vecchia di anni e chissà se si concluderà), di Sneijder al Manchester United, di Nasri al City. Grandi giocatori che potrebbero spostare gli equilibri e che non permettono, al momento, di stilare una reale griglia delle favorite dei vari campionati.

Ciò che è emerso da questa pazza estate è l'apparizione di "nuovi ricchi". Malaga, Paris saint Germain e Anzi stanno ripercorrendo i passi del Manchester City e ancor prima del Chelsea. Squadre dalla tradizione modesta che, grazie ai dollari del petrolio o del gas, tentano di accaparrarsi sul mercato i migliori giocatori, nel tentativo di comprare quel fascino che solo coppe, titoli e storia possono dare.

Fortunatamente tra poco si comincerà a giocare. Venerdì parte la Bundesliga, seguita, il giorno successivo, dalla Ligue 1, il 13 agosto tocca alla Premier, poi Liga e Serie A.Tutti in campo insomma, prima che il mercato chiuda.

lunedì 25 luglio 2011

Rossi e la Juve: storia a lieto fine?

In principio fu Aguero. Conte e la dirigenza juventina avevano individuto nell'argentino quel top player tanto pubblicizzato. Dopo anni di magre consolazioni e di mercati assolutamente fallimentari serve un colpo a sensazione per risollevare l'umore dei tifosi juventini. Ecco quindi Aguero, attaccante acquistabile perchè non già inserito nella rosa di un top club.

Quarantacinque milioni non trattabili il prezzo del Kun. Pari pari l'importo della clausola rescissoria, senza possibilità di fare sconti o dilazioni. Troppi. Ecco quindi il piano B: Pepito Rossi. L'attaccante del Villareal gradirebbe un ritorno in Italia, senza tuttavia disdegnare l'attuale sistemazione. In Spagna è diventato l'idolo della tifoseria, stabilendo anche il record di reti segnate in maglia amarilla. Il club lo ha trattato da re e gli è stato vicino nei momenti difficile. Per questi motivi non è disposto a fare da spalla alla Juventus. Solitamente nel corso delle trattative, dopo l'iniziale richiesta del club, entra in scena il calciatore che attraverso il procuratore cerca di spingere affinchè l'operazione vada in porto. Rossi non intende farlo. Ha manifestato il proprio apprezzamento per il passaggio in bianconero, ma non intende andare oltre. 

La Juve per questo si trova nella scomoda situazione di dover accettare le condizioni dettate dal Villareal. Sono pochi i milioni che ancora ballano tra domanda e offerta, ma non ci sarebbe da stupirsi se dovesse essere la Juventus ad accettare le richieste degli spagnoli per poter finalmente mettere fine all'operazione più importante di questo calciomercato.