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sabato 27 febbraio 2010

Old Firm e Chelsea-City nel week end calcistico



Il week-end di calcio internazionale ci regala due sfide dai mille significati. Nelle isole britanniche vanno in scena il tanto atteso Chelsea - Manchester City e Rangers – Celtic: gare attese, cariche di fascino e di spunti di discussione.



A Stamford Bridge arriva il City di Mancini. Un derby tutto italiano tra due allenatori già protagonisti in Italia della stracittadina milanese. I citizens hanno bisogna di un risultato positivo per continuare la rincorsa al quarto posto mentre i blues vogliono sfruttare l'impegno casalingo per mantenere il +4 sullo United. Oltre al dato tecnico la gara attira interesse per la nota questione Terry - Bridge. I due ex compagni di squadra si troveranno di fronte, per la prima volta, dopo la vicenda Perroncel. In settimana il terzino del City ha comunicato che rinuncerà alla nazionale. Un addio ai mondiali che pesa soprattutto per l'indisponibilità quasi certa di Cole, il terzino titolare. C'è curiosità sul modo in cui i due si comporteranno soprattutto a inizio gara quando necessariamente si incroceranno nell'abituale saluto.



A Glascow invece va in scena "la partita". L'Old Firm in Scozia è una religione. Una match atteso tutto l'anno e infarcito di significati extracalcistici. Religione (cattolici contro protestanti) e politica (indipendentisti contro unionisti) si mischiano al fatto calcistico. L’attuale situazione di classifica sembra non lascare dubbi sul risultato. I Rangers sono avanti di 7 punti e non hanno mai perso in casa. È però una classica partita da tripla. Rivalità e storia non lasciano troppo spazio a verdetti scontati.

Luca Paradiso

venerdì 26 febbraio 2010

Il fascino perduto della Coppa Uefa


Negli anni Novanta era la coppa delle italiane. Inter, Juventus e Parma ne hanno vinte 7 su 10. Nelle ultime stagioni invece è diventata quasi un peso, un impegno dispendioso che toglie energie mentali e fisiche in vista del campionato. Ha cambiato nome, è diventata Europa League ma, agli occhi dei club italiani, ha perso fascino.

Gli introiti che la partecipazione alla Champions League assicurano spingono le nostre squadre a concentrarsi esclusivamente sul quarto posto e a trascurare l’impegno del giovedì. Non è un caso che negli ultimi anni solo la Fiorentina (stagione 2007/2008) sia riuscita ad andare avanti, almeno fino alla semifinale. Questo atteggiamento però potrebbe costarci caro. Il difficile momento del nostro calcio potrebbe sfociare nella perdita di un posto nella Coppa dei Campioni edizione 2011/12. A quel punto le colpe saranno da ricercare anche nelle troppe eliminazioni in Europa League.

A inizio anno molte squadre di media fascia la mettono tra i propri obbiettivi, ma una volta raggiunta non gli dedicano quel necessario interesse che un trofeo continentale meriterebbe. Peccato perché all'estero non la pensano così. Basterebbe guardare il tabellone degli ottavi di finale e notare come anche squadre di blasone come Liverpool, PSV, Atletico Madrid, Sporting Lisbona, Marsiglia, Benfica, Valencia e Werder Brema siano in corsa per questa "coppa minore" .


La Roma, malgrado Ranieri l'avesse posta tra i possibili obbiettivi stagionali, ha fallito davanti al proprio pubblico una qualificazione ampiamente alla portata. Con Lazio e Genoa già fuori nella fase a gironi rimane solo la Juventus, retrocessa dalla Champions, a rappresentare il nostro calcio. I bianconeri giocheranno gli ottavi di finale contro il Fulham di Hodgons. La strada è ancora lunga ma potrebbe essere proprio la vecchia Coppa Uefa il trofeo giusto per salvare la stagione e ricominciare a vincere anche in campo internazionale.

Luca Paradiso

giovedì 25 febbraio 2010

Di nuovo in gioco


E' ufficiale: il campionato è riaperto. La striscia di 3 pareggi consecutivi dell'Inter ha permesso a Roma e Milan di rientrare in corsa. La vittoria nel recupero di Firenze ha portato i rossoneri a soli 4 punti. La Roma aveva già accorciato grazie al successo contro il Catania di domenica. Gli uomini di Ranieri sono ora staccati di 5 punti. Si preannuncia una corsa a tre.

Solo un mese fa i giochi sembravano chiusi. La vittoria nel derby pareva aver messo in cassaforte il primo posto dell'Inter. Il Milan invece non ha mollato. Ha superato le critiche del presidente Berlusconi e si è riportata sotto. La Roma ha continuato la sua rincorsa e una striscia di risultati positivi l'ha catapultata nelle primissime posizioni. I prossimi due incontri ci diranno molto sul futuro del torneo.

La 26° giornata sarà un turno interlocutorio. L'Inter in emergenza (difesa ridotta ai minimi termini: Cordoba e Samuel squalificati, Chivu convalescente) andrà a Udine, il Milan ospiterà un'Atalanta traballante e a caccia di punti salvezza e la Roma al San Paolo sfiderà un Napoli in piena corsa per il quarto posto. Decisiva sarà invece la 27° giornata. Il Genoa farà visita all'Inter. Non una gara facile per gli uomini di Mourinho, anche se il grifone lontano da Marassi mette meno paura. Ma sarà Roma - Milan a darci un importante verdetto. Lo spareggio tra inseguitrici potrebbe eleggere la rivale ufficiale dell'Inter. Chi vince la sfida lotterà fino in fondo con i nerazzurri.

Luca Paradiso

L'Inter vince il primo round


Nell'ottavo di finale più atteso l'Inter batte a San Siro il Chelsea per 2 a 1. Le reti portano le firme di Milito, Cambiasso e Kalou. Un risultato che lascia comunque aperto il discorso qualificazione. Tra tre settimane a Stamford Bridge gli uomini di Mourinho potranno accontentarsi anche di un pari. Non sarà facile. Il Chelsea anche ieri sera ha mostrato di saper andare a rete in ogni occasione, anche quando i suoi attaccanti non forniscono prestazioni adeguate. L'Inter era dall'edizione 2006-2007 che non segnava una rete a un top club europeo. In quell'anno, all'ultima giornata del girone iniziale, riuscì a pareggiare 1 a 1 a Monaco contro il Bayern in una partita tuttavia ininfluente ai fini della qualificazione. E il digiuno contro le inglesi durava da ben 7 anni, dal famoso 1 a 5 contro l'Arsenal: peggior sconfitta dei nerazzurri in campo internazionale tra le mura amiche.

La sfida contro il Chelsea lascia l'impressione di un'Inter più forte e matura. Raramente in campo internazionale si era vista una squadra in grado di giocare per lunghi tratti alla pari contro un team di blasone come i blues. Soprattutto nel primo tempo, dopo il vantaggio iniziale, i nerazzurri hanno subito l'organizzazione degli uomini di Ancelotti, ma la capacità di soffrire e di stringere i denti nel momento più delicato è il segnale migliore di una crescita che lascia ben sperare. La scelta poi di Mourinho di inserire Balotelli al posto di Motta è stat un chiaros egnale alla squadra: non accontentiamoci del 2 a 1, proviamo a farne un altro. Una scelta coraggiosa che comunque ha dato buoni risultati.

Le note più positive vengono dalla difesa. Samuel e soprattutto Lucio hanno fornito una prestazione di altissimo livello e hanno messo le briglie a Drogba, temutissimo alla vigilia. L'ivoriano, soprattutto nella ripresa, è sembrato disarmato di fronte ai due centrali interisti. Ottimo anche Milito che ha saputo indirizzare subito la partita nel modo giusto capitalizzando al massimo la prima palla giocabile. Un po' sottotono invece Eto'o, comunque utilissimo per il lavoro di aiuto alla squadra. Dal camerunense però ci si aspetta di più e pesa sulla sua prestazione l'errore sottoporta del primo tempo. Balotelli è entrato in campo nel modo giusto. Ha costretto Malouda ad arretrare e le sue giocate sull'out di destra sono un ottimo segnale a chi pensava che il ragazzino non fosse maturo per le grandi sfide.

Ancelotti rischia di dover fare a meno di Cech nella sfida di Londra. Il portiere è uscito nel secondo tempo e dalle prime indiscrezione pare si tratti di qualcosa di serio. Out anche Cole e Zirkov che non recupereranno sicuramente.

Luca Paradiso

mercoledì 24 febbraio 2010

Tutto in 90 minuti




Saranno 90 minuti di fuoco questa sera a San Siro. Nell'andata degli ottavi di finale il destino ha regalato un beffardo abbinamento. Inter - Chelsea è una sfida dai mille significati. Un match che mette di fronte Mourinho e il suo passato. Ma è anche la sfida contro Ancelotti, avversario mai amato, che proprio sulla panchina del Chelsea sta cercando di conquistare quella coppa che lo Special One non è riuscito a portare a Londra. I due non si amano. Si sono più volte punzecchiati lo scorso anno. Nel doppio confronto sarà il campo a dire chi è attualmente il numero 1.

Dopo settimane di attesa finalmente è giunto il giorno della verità. Saranno i primi 90 minuti del match più incerto di questo turno. Necessariamente una grande dovrà già abbandonare la competizione. Questa sera al termine della partita difficilmente si avrà un verdetto definitivo.

L'Inter si presenta con il dubbio Julio Cesar in porta. Dopo l'incidente Mourinho valuterà fino all'ultimo momento le condizioni del brasiliano. In difesa mancano Santon e Chivu. Potrebbe arretrare Zanetti sulla linea dei difensori, ma il capitano sarebbe utile a centrocampo. L'opzione Cordoba sta prendendo piede. A centrocampo Cambiasso e Sneijder intoccabili. Chi con loro? Stankovic quasi sicuramente. Se gioca Zanetti in mediana Motta e Muntari vanno in panchina, altrimenti ballottaggio tra i due. In avanti Milito e.... Eto'o. Il camerunense è uomo da grandi appuntamenti e Mou dovrebbe scegliere lui nell'11 titolare. Pandev e Balotelli possono cambiare in corso il volto del match.

Ancelotti ha i maggiori problemi in difesa. Terry dopo gli scandali extarcalcistici non è sembrato quel muro insuperabile ch conosciamo. Mancano Cole e Zirkov, a sinsitra sarà adattato Belletti. A centrocampo fuori Essien spazio a Mikel, Lampard e Ballack. Una mediana impressionante in grado di abbinare potenza, tecnica e corsa. In avanti è Drogba l'uomo più pericoloso, l'ivoraino è in uno stato di fermo straripante.

Arbitra Mejuto Gonzales. Il Meazza è pronto.

Luca Paradiso