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venerdì 28 maggio 2010

L'euro 2016 va alla Francia... poveri stadi italiani


Delusione e imbarazzo. Non è bastato Maldini e la tanto decantata ospitalità del nostro paese a indirizzare il voto dell'Uefa. Perché l'Europeo 2016 poteva essere un'ottima occasione e perché essere superati dalla Turchia un po' di fastidio lo crea, inevitabilmente.Il Belpaese non ce l'ha fatta, un'altra batosta dopo quella firmata Ucraina e Polonia. L'Italia è arrivata ultima nel ballottaggio finale, terza su tre.


Non eravamo favoriti, si sapeva. La Francia ben rappresentata da 'le roi' Platini era la candidata da battere. La discesa in campo del presidente Sarzoky, proprio pochi minuti prima della votazione finale, ha mostrato come anche la politica transalpina era decisa e compatta nel sostenere la candidatura. In Italia invece la querelle Venezia-Roma ha mostrato come, anche nello sport, la classe dirigente italica non riesca a raggiungere una posizione unitaria. Figuriamoci...

L'Europeo poteva essere una grande occasione. Sarà l'ennesimo treno perso. Adesso? Cosa succederà al nostro calcio? Nulla. Tutto come prima, con le solite polemiche, i soliti problemi, gli stessi stadi fatiscenti. L'organizzazione di una manifestazione internazionale infatti poteva favorire quella modernizzazione che da troppo tempo manca al nostro calcio. Finanziamenti pubblici e privati per costruire nuovi stadi, nel tentativo di imitare il tanto decantato modello inglese. Stadi di proprietà, aperti 7 giorni su 7, fonti alternative di guadagno per le società: tante galline dalle uova d'oro.

Solo la Juventus si sta impegnando concretamente. Il nuovo stadio dovrebbe essere pronto per l'inizio della stagione 2011/2012. La Vecchia Signora, senza elemosinare l'intervento della politica, si è data da fare, ha cercato sponsor privati e, mattone su mattone, sta realizzando la propria nuova casa. Un esempio da seguire perché è l'unica via praticabile per evitare altre brutte figure.

Luca Paradiso

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