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mercoledì 6 aprile 2011

La disfatta nerazzurra

Tutto in tre giorni, 180 minuti per indirizzare una stagione verso il tanto vituperato “zero tituli”. Fino a venerdi sera l'Inter era la squadra più in forma, candidata principale a mettere le mani sul prossimo scudetto e quasi sicura semifinalista della Champions League. Milan e Schalke 04 sembravano ostacoli superabilissimi. La rincorsa targata Leonardo, la qualificazione contro il Bayern Monaco, il recupero di tutti gli eroi della scorsa stagione erano segnali chiari di un destino ormai deciso. Invece è successo l'irreparabile. Non tanto perchè sono arrivate due sconfitte, ma perchè le batoste subite da Milan e Schalke hanno ridimensionato ogni ambizione. Si può perdere per episodi negativi, ma subire 8 reti nelle due gare decisive significa salutare ogni ambizione. Soprattutto il 2-5 in Coppa rende impensabile e utopico un passaggio del turno.


La sconfitta contro il Milan aveva evidenziato una squadra disorganizzata, disunita, incapace di mettere sul campo quella rabbia agonistica che nel recente passato l'aveva portata a raccogliere trofei. L'Inter di Mourinho vinceva le partite importanti prima ancora di entrare in campo. Quella di Leonardo non ha la stessa carica, non ha voglia di difendere, gioca in 60 metri e necessariamente concede campo e occasioni agli avversari. Il tecico basiliano contro lo Schalke ha tentato di sistemare il discorso tattico inserendo un centrocampista in più. Poco è cambiato. La difesa è costantemente esposta agli attacchi avversari, senza filtro, spesso troppo larga e statica. Emblematiche le reti subite dallo Schalke. Zanetti, già in difficoltà nel derby sull'out di sinistra, ha interpretato in maniera errata un paio di situazioni agevolando gli inserimenti degli avversari. Diagonali fatte male, mancanza di raddoppi, distanza tra i reparti: non sempre si può vincere segnando una rete più degli altri. In gare di Coppa è fondamentale, soprattutto in casa, non subire reti. L'Inter ne ha prese 5. Non conosco le statistiche, ma credo che mai una squadra in passato abbia saputo recuperare un passivo simile.



Con tutte le scusanti del caso e i discorsi sulla squadra stanca il calcio profetizzato da Leonardo ha prodotto speranze, ma non risultati. Valutando i suoi 4 mesi si deve dire che ha fatto un buon lavoro. Ha recuperato punti e posizioni. Ha rimesso l'Inter tra le prime tre del campionato, ma ha fallito le gare cruciali, quelle del “salto di qualità”.

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