Il blog che tratta di calcio e di tutto ciò che ruota intorno allo sport più amato: Serie A, coppe europee, campionati stranieri, calciomercato, approfondimenti tattici, competizioni tra nazionali

martedì 16 novembre 2010

Un'Italia giovane... sarà anche bella?

Largo ai giovani e spazio alle nuove leve. Con quest'idea Prandelli si è seduto sulla panchina azzurra ed ha garantito che l'opera di svecchiamento procederà a marce spedito. D'altronde non c'era altro da fare dopo l'avventura sudafricana. Se i veterani non sono stati in grado di superare un girone abbordabilissimo, meglio dare fiducia ai più giovani, nella speranza che possano crescere e maturare quell'esperienza necessaria in campo internazionale.

In un paese guidato da sessantenni, e talvolta settantenni, legati alle poltrone e incapaci di interpretare un mondo troppo più veloce delle loro menti, spesso si invoca un cambio generazionale, un bel ripulisti generale. Largo ai giovani quindi, ma è necessario fare alcune precisazioni.
Cosa si intende per giovani? Se nel mondo della politica e dell'impresa un trentenne può ancora considerarsi giovane nel calcio la questione è ben diversa. Abbiamo sotto gli occhi esempi di 23enni, 24enni che vengono ancora battezzati come giovani. Assurdo. Un giovane può essere un 18enne, un 20enne, poi stop. Santon e Balotelli ok. Gli altri no. A 23 anni un calciatore ha già alle spalle almeno 5 campionati (da titolare o meno dipende dal club e dalle qualità) e non può considerarsi giovane, è semmai all'inizio della propria maturazione tecnico-fisico.

Chiarito il tanto dibattuto concetto di gioventù è necessaria un'ulteriore precisazione. Largo ai giovani, purché abbiano qualità e talento. L'essere giovani non è di per sé sinonimo di bravura o competenza. Affidarsi alle nuove leve non è la risoluzione di ogni problema.

Fatte queste premesse siamo curiosi di vedere che Italia sarà. In un'amichevole incastonata in un periodo già ricco di impegni il rischio è quello di vedere pochi spunti interessanti. Balzaretti, Santon, Ranocchia, Diamanti e Aquilani si giocano però una chance importante per dimostrare di poter tornare o entrare a far parte del gruppo azzurro.

Manca Cassano e Prandelli ha voluto responsabilizzare Balotelli affidandogli la maglia numero 10 e tante responsabilità. Il buon Cesare non ha proprio voglia di star tranquillo.



Luca Paradiso

Nessun commento:

Posta un commento