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mercoledì 19 maggio 2010

Mourinho: mister con la valigia in mano

Nessuno ha mai pensato che Mou potesse mettere radici a Milano. Lui portoghese giramondo non è tipo da rimanere in un club troppo a lungo. Non lo ha fatto al Porto dove, dopo aver vinto la Champions avrebbe potuto vivere di rendita per un'intera carriera. Non l'ha fatto a Londra dove ha sempre affermato di aver lasciato una buona parte del suo cuore. È vero fu cacciato ma già aveva annunciato il suo proposito di tentare altre avventure. Perché dovrebbe farlo in Italia, paese che da ormai un anno va ripetendo di non amare? Ha un contratto, ricco e lungo, ma non sono le firme a spaventarlo. Con una cifra già stabilita (16 milioni?) potrebbe liberarsi immediatamente. 
Lasciare da trionfatore sarebbe il massimo, con un triplete da sventolare davanti ai detrattori. 

Volare via da Milano dopo una sconfitta in finale non sarebbe comunque una fuga. Molto spesso una finale è decisa da un'episodio. Anche un trionfo del Bayern non cancellerebbe quello che è stato il grande merito di Mourinho: dare una mentalità diversa in ambito europeo all'Inter. L'eliminazione di Manchester dello scorso anno ha dato vita a un progetto che grazie a una campagna acquisti mirata e a un lavoro psicologico quotidiano ha trasformato una squadra e soprattutto il suo modo di approcciare l'Europa. 

Il Real Madrid è il punto di approdo sognato da ogni calciatore/allenatore. La squadra più vincente, con maggiore storia e infinite capacità economiche. Ma è proprio questo il momento giusto per andare?

La stagione appena conclusa ha emesso una sentenza: il Real ha fallito tutti gli obbiettivi. Peggio di così... è proprio qui che l'ego di Mourinho viene stimolato. Andare al Real per ricostruire, con una libertà assoluta nelle scelte. E in caso di successo essere il solo e unico responsabile. Quanta grazia...

Il problema è che a Milano in questi due anni è nata una squadra forte, consapevole e all'apice della propria maturazione. Ha senso lasciare l'Inter proprio ora quando si potrebbe tentare di beneficiare ancora per un paio di anni di questa situazione. Soprattutto ha senso lasciare una squadra già pronta per buttarsi in un progetto bello, affascinante ma estremamente complicato? Certo le future vittorie dell'Inter verrebbero comunque attribuite al lavoro di Mou. Un'eredità pesante per qualsiasi altro allenatore.

A Mourinho forse stimola di più il progetto Real. Andare in Spagna per vincere pure lì e completare  la sua personale conquista dell'Europa. Lasciandosi alle spalle quell'Italia che non lo ha mai amato, troppo impegnata a controbattere ogni sua dichiarazione, dimenticandosi che in realtà lui è un'allenatore e come tale merita di essere valutato per il lavoro sul campo.


Luca Paradiso

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