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lunedì 3 maggio 2010

Roma… niente moralismo!

Tutti a gridare allo scandalo, a fare le verginelle. Tiene banco la vittoria dell’Inter all’Olimpico. Un successo maturato in uno scenario insolito, in uno stadio convinto nell’appoggiare la truppa di Mourinho, quantomeno per evitare che il tricolore prendesse la strada meno voluta, quella che porta direttamente alla squadra di Totti e De Rossi. Qualcosa di simile al 5 maggio, diverso solo nel finale.

La Sensi, Montali e l’intero popolo giallorosso prima del posticipo si erano appellati alla sportività della Lazio, una squadra ormai quasi salva e che ha più poco da chiedere al campionato in corso. I discorsi sulla mancata contemporaneità delle gare delle due contendenti avevano sbattuto con la realtà delle settimane precedenti. Soprattutto Ranieri si era espresso in maniera negativa sul fatto che Inter e Lazio avrebbero potuto giocare sapendo già i risultati delle altre partite. Senza ricordar però che nelle giornate precedenti era stata soprattutto al Roma a beneficiare di un simile favore.

Gli striscioni e l’esultanza dei tifosi laziali ai gol di Samuel e Motta hanno dato bene l’idea di quale fosse il clima e il desiderio dell’Olimpico: evitare che i cugini potessero tornare in vetta.

Come se la Lazio avesse regalato la gara. Come se l’Inter fosse inferiore e avrebbe potuto rischiare di non vincere. Certo l’atteggiamento degli uomini di Reja è apparso un po’ molle ma per loro non era la gara della vita. Non poteva esserlo per ragioni di classifica e di rivalità.

Ma che non si faccia del moralismo. Nel 72-73 proprio la Roma per evitare il tricolore alla Lazio di Chinaglia decise, perdendo, che fosse la Juve a diventare campione d’Italia. Sono passati 40 anni, ma, come si può vedere, la storia si ripete.



Luca Paradiso

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