Il blog che tratta di calcio e di tutto ciò che ruota intorno allo sport più amato: Serie A, coppe europee, campionati stranieri, calciomercato, approfondimenti tattici, competizioni tra nazionali

giovedì 29 aprile 2010

La Champions delle sorprese

Alzi la mano chi a settembre aveva pronosticato un epilogo simile. Chi aveva predetto che a giocarsi la Coppa a Madrid sarebbero giunte Inter e Bayern Monaco. Pochi romantici e alcuni fiduciosi tifosi. Non che i due club fossero inferiori alle altre 30 partecipanti ma erano sicuramente catalogate nella liste delle outsider. Due nobili del calcio europeo non ancora pronte a competere con le big inglesi e spagnole. Invece il campo ha smentito tutto.

Il Bayern era un incognita e almeno fino a novembre, allo spareggio contro la Juventus, ha avuto un cammino balbettante. Poi la squadra ha mostrato di aver assorbito il calcio voluto da Van Gaal e grazie all’estro di Robben ha spiccato il volo sia in campionato che in Coppa. Sicuramente ha potuto usufruire di alcuni aiuti determinanti. La gara contro la Fiorentina e quel gol di Olic in netto fuorigioco gridano ancora vendetta. I tedeschi però sono stati capaci di eliminare lo United ribaltando una gara che sul 3 a 0 per gli inglesi sembrava chiusa. In perfetta sintonia con lo stile germanico il Bayern ha saputo soffrire, riorganizzarsi e ribaltare situazioni difficili.

I tedeschi giocano con il 4-2-3-1. Davanti a Butt, portiere rigorista, giostrano Van Buyten e Demichelis. Una coppia di centrali efficace sulle palle alte ma lenta e solitamente in difficoltà contro attaccanti rapidi. A centrocampo Van Bommel assicura equilibrio ed esperienza, Schweinsteiger garantisce inserimenti, corsa e ottime soluzioni balistiche. Sugli esterni, vista l’assenza di Ribery dalla finale, probabilmente Van Gaal confermerà Altintop e Robben. L’olandese è l’elemento di maggior classe della compagine bavarese. Mancino naturale ama partire da desta e convergere verso il centro per arrivare alla conclusione, il gol segnato alla Fiorentina è la rappresentazione perfetta di questo movimento. In attacco Olic, bomber della squadra in coppa con 7 reti, e uno tra Klose e Gomez. Un reparto avanzato non eccezionale ma comunque efficace e potente fisicamente. Müller è il giovane che si è più messo in mostra e che ha, nel corso della stagione, scalato posizioni nelle gerarchie della squadra. Impiegato da Van Gaal sia come secondo attaccante che come esterno offensivo garantisce corsa e qualità.

Il Bayern ha vinto 4 Coppe dei Campioni, l’ultima nel 2001 a San Siro, battendo ai rigori il Valencia di Cuper.


L’Inter raggiungendo la finale ha compiuto un’impresa. La squadra di Mourinho tecnicamente vale questo risultato, ciò che lasciava dubbi era la capacità di imporsi anche in ambito europeo. Forti in patria i nerazzurri negli ultimi anni avevano patito una sorta di “sindrome Champions”. Mai sicuri, sempre balbettanti e puntualmente eliminati prima ancora di raggiungere le gare decisive. Il grande pregio di Mourinho e degli innesti estivi è stato quello di aumentare l’autostima collettiva. Calciatori come Lucio, Eto’o, Snejider hanno alzato il tasso tecnico della squadra e soprattutto la consapevolezza di non dover temere il confronto. Neppure giocando con un uomo in meno per un’ora contro il Barcellona l’Inter ha sbandato e perso la compattezza che l’ha portata fino a Madrid. La semifinale di ritorno non è stata il massimo dello spettacolo. Una gara condotta per 90 minuti nella propria metà campo, chiudendo ogni spazio agli avversari e rinunciando alla fase offensiva. Un match possibile solo in virtù del risultato dell’andata. Non bisogna dimenticare infatti cha a San Siro per oltre 70 minuti l’Inter ha messo in difficoltà il Barcellona e l’ha colpito quasi mortalmente con Snejider, Maicon e Milito. Lo spirito di sacrificio dimostrato a Barcellona testimonia quanto grande fosse la voglia di raggiungere la finale. Un blocco monolitico formato da due linee difensive che ha impedito ai blaugrana di sviluppare il gioco a cui ormai ci aveva abituati.


Difficile adesso fare un pronostico. In una gara secca qualsiasi episodio può risultare decisivo. In fondo la Champions è la competizione dei dettagli.



Luca Paradiso

Nessun commento:

Posta un commento