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giovedì 1 aprile 2010

Milito e Ibra: storie incrociate di due bomber tanto diversi

Il mago e il principe hanno modi diversi di giocare. Il primo inventa calcio, tenta la giocata raffinata, per palati fini, l’altro invece è essenziale quanto spietato, un cecchino, forse il più pericoloso attaccante in circolazione negli ultimi 16 metri. Uno è svedese, nordico, distaccato. Nelle sue vene scorre sangue bosniaco e croato. È cresciuto nell’Ajax, fucina di talenti. È maturato nella Juve ed è esploso nell’Inter. Non ha mai messo radici e alla prima occasione ha fatto le valigie verso Barcellona, nuovo eldorado calcistico. L’altro è argentino, figlio di emigrati italiani. È giunto tardi nel calcio che conta ma dovunque ha giocato ha lasciato il segno e realizzato tanti gol. Genova lo ama e Milano è ai suoi piedi. Ci ha messo pochissimo a far dimenticare Ibra.


Ieri sera hanno lasciato il segno. Ibra ha segnato due reti nella gara contro l’Arsenal, le prime contro squadre inglesi. Un pallonetto e un destro potente per mettere a tacere quanti lo riteneva bello da vedere ma mai decisivo nelle sfide importanti. Milito invece ha sofferto nei primi 45 minuti sacrificato nel lavoro di sponda. Ha ricevuto pochi palloni giocabili ma ha trasformato in oro la prima palla buona. Un destro rasoterra che ha superato Akinfeev e rotto il muro del CSKA.


Le loro reti potrebbero risultare decisive per la qualificazione. Il Barcellona dopo il 2 a 0 ha fatto harakiri e si è fatto recuperare dai gunenrs. Il 2 a 2 comunque rimane un buon risultato in vista del ritorno al Camp Nou. I primi 45 minuti dei blaugrana sono stati quasi perfetti. Possesso palla, 15 tiri in porta. È mancato il gol, dettaglio essenziale nel gioco del calcio. Nella ripresa la doppietta di Ibra sembrava aver chiuso il discorso qualificazione ma l’orgoglio dell’Arsenal ha permesso a Walcott e Fabregas di tenere aperta una sfida altamente spettacolare. Al ritorno mancheranno Puyol e Piquet, i due difensori centrali. Assenze pesanti anche per Wenger: Gallas, Arshavin e Fabregas sono k.o.


Neppure l’Inter ha sigillato la qualificazione. Lo avrebbe meritato soprattutto per le tante occasioni create nella ripresa. Il CSKA si è mostrato squadra alla portata, adatta a giocare una gara difensiva ma in difficoltà se messa sotto pressione. Nel sintetico di Mosca potrebbe bastare una rete per chiudere il discorso qualificazione. Eto’o e compagni scenderanno in campo con questo obbiettivo. Segnare prima possibile e mettere in cassaforte la semifinale per poi permettere al principe di sfidare il mago, come in una fiaba dal finale ancora da scrivere


Luca Paradiso

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