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sabato 19 giugno 2010

Inghilterra: che combini?

Uno scialbo 0 a 0 contro l'Algeria rende ancor più burrascoso il mondiale dell'Inghilterra. Due punti in due partite per quella che, alla vigilia, era indicata come una della favorite. Anche la stampa inglese, da sempre critica contro tutto ciò che proviene da fuori i confini nazionali, aveva esaltato Capello e la sua saggia guida tecnica. Indicato fino a qualche mese fa come “l'Uomo della provvidenza” oggi è al centro della bufera. Tutte quelle qualità che gli venivano riconosciute si sono polverizzate.

Non è ancora finta. La nazionale dei tre leoni potrebbe, vincendo la prossima, terminare comunque in testa al proprio girone. Un cambio di marcia però è necessario. Cosa non ha funzionato fino adesso nell'Inghilterra?

La squadra è sembrata un po' sulle gambe. La lunga stagione inglese potrebbe pesare sia a livello fisico che psicologico. Giocatori che hanno fatto oltre 60 partite potrebbero risentirne.

Il dilemma tattico legato alla coppia di mediani, che nella prima gara aveva ingolfato il motore della squadra, è stato superato nella seconda uscita grazie all'inserimento di Barry. Gerrard è stato spostato sulla fascia ma la manovra non ne ha tratto giovamento. Quello che manca è il classico giocatore d'ordine, in grado di far partire l'azione, di allargare il gioco sulle fasce o servire in verticale gli attaccanti, un giocatore che si prenda le giuste responsabilità. Né Lampard, né Gerrard lo sono. Il giocatore del Chelsea è un ottima mezz'ala, il capitano del Liverpool è un centrocampista offensivo, abituato a giocare più vicino possibile alla porta avversaria. Barry non ha dato le giuste risposte.

In difesa Carragher ha mostrato di soffrire i giocatori veloci e rapidi, Terry talvolta si lascia andare a leggerezze pericolose. Pesa l'assenza di Ferdinand e anche quella di King. Il dubbio portiere sembra essere risolto. James ha fatto la sua parte, senza grandi parate ma comunque attento e pronto anche con i piedi.

Preoccupa soprattutto la pochezza offensiva. Rooney si è mostrato nervoso, eccessivamente, e molto confusionario. Troppo lontano dalla porta quando, nell'ultimo anno, aveva stupito tutti per quella metamorfosi che lo aveva reso un centravanti presente e micidiale in area di rigore. Un cambiamento reso possibile, come lo stesso numero 10 aveva affermato, anche grazie ai consigli di Don Fabio. Viene quindi da chiedersi perché in queste gare mondiali ha giocato così lontano. L'infortunio alla caviglia patito sul finire dello scorso campionato ha complicato l'avvicinamento di Wayne al mondiale. Un giocatore che fa della forza e della determinazione le sue armi principali deve essere sostenuto da una buona condizione. Solo giocando Rooney potrebbe tornare quello che conosciamo e cambiare il volto di questa squadra.


Luca Paradiso

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