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lunedì 14 giugno 2010

Prime impressioni mondiali

Quattro giorni di gare bastano per avere una prima impressione delle squadre presenti alla rassegna mondiale. Ad eccezione di Spagna, Italia, Portogallo e Brasile le big sono già tutte scese in campo.


Fin'ora è la Germania la squadra ad aver più impressionato. I tedeschi hanno sbrigato con facilità la pratica australiana fornendo una dimostrazione di forza e qualità. Se sulla compattezza dei tedeschi c'erano pochi dubbi, marchio di fabbrica da sempre dei teutonici, gli uomini di Löw hanno messo in evidenza anche una certa qualità. Sono andati a segno gli attaccanti (Podolski, Klose e Cacau) ma soprattutto ha destato ottime impressioni il giovane Özil. Il ventiduenne giocatore del Werder Brema, per quanti non lo conoscessero, non può però essere ritenuto una sorpresa. Da due anni ormai nel suo club sta facendo ottime cose e nell'ultima stagione, anche grazie alla cessione di Diego, ha fatto il definitivo salto di qualità. Trequartista tipico, un po' allergico al gol, ma dalla grande visione di gioco, ha preso per mano la squadra nella prima gara in Sudafrica. Se alla solidità solita i tedeschi abbinano anche qualità tecnica potrebbe tornare di modo la celebre frase di Gary Lineker: “il calcio è un gioco molto semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti e, alla fine, vincono i tedeschi”.

Anche l'Argentina ha superato il primo esame con relativa tranquillità. La squadra di Maradona però non ha rispettato le attese. Escludendo i dieci minuti iniziali, nei quali hanno avuto diverse occasioni e trovato il vantaggio con Heinze, Messi e compagni hanno giochicchiato a un ritmo eccessivamente basso affidandosi unicamente ai pochi lampi della pulce. In avanti Higuain ha sbagliato un paio di facili occasioni e Tevez ha giocato come chi vuol dimostrare ad ogni costo di essere all'altezza. L'attaccante del City ha cercato ripetutamente il dribbling e la giocata importante terminando la sua gara però in maniera anonima. Ha funzionato il pacchetto arretrato che in quanto a forza fisica e solidità ha pochi rivali. Di Maria, uomo mercato, ha inciso poco sacrificato in ruolo non proprio suo. La Nigeria era avversario da prendere con le molle ma non ha convinto il modo in cui l'albiceleste ha gestito un match che, dopo 6 minuti, era già incanalato sull'1 a 0. Per qualità, esperienza e blasone è lecito aspettarsi di più dall'Argentina, una delle grandi favorite.

L'Olanda ha faticato oltremodo contro una Danimarca ben messa in campo e in grado di disinnescare Snejider, prosciugando così una delle principali fonti di gioco degli orange. Solo un'autorete sfortunata ha spianato ai tulipani la strada verso il successo. La gara non è servita per chiarire il reale valore difensivo degli olandesi. La linea arretrata è stata messa poche volte in difficoltà. Solo più avanti, contro avversari più forti, sarà possibile dare una valutazione più attendibile.

Difficile giudicare l'Inghilterra. Se si valuta il risultato si può parlare di mezzo flop, anche se gli USA non sono una “squadretta”. Pesa sull'1 a 1 finale la papera di Green. Se alla vigilia del mondiale l'incognita principale nell'11 di Capello era proprio legata a chi mettere in porta la sfida contro gli USA ha solo reso ancor meno chiaro il futuro. Come si comporterà Don Fabio? Continuerà a fidarsi di Green o si affiderà a James, tristemente famoso con il soprannome “calamity”. Una scelta importante che insieme a quella del secondo centrale difensivo tormenterà i pensieri dello staff inglese. King ormai è fuori causa. Il difensore del Tottenham arrivato in Sudafrica tra mille dubbi legati alle precarie condizioni delle sue ginocchia ha riportato un infortunio muscolare. Carragher che lo ha sostituito contro gli USA ha impressionato in negativo. Anche a centrocampo è necessaria una sistemata. Lampard e Gerrard sono due giocatori fantastici, ma mal assortiti. La loro coesistenza crea più problemi che benefici. Soprattutto il giocatore del Chelsea sembra patire la presenza dell'ingombrante compagno di reparto. Dirottare il capitano del Liverpool su un esterno potrebbe essere la soluzione giusta. In alternativa rimane la possibilità di schierare in avanti il solo Rooney con Gerrard alle spalle. Troverebbe così spazio un altro mediano (Barry?).

La grande delusione è la Francia di Domenech. Una squadra formata da buoni atleti a cui però manca, soprattutto a centrocampo e in attacco il giocatore capace di fare la differenza. Tralasciando alcune bizzarre esclusioni, Benzema avrebbe fatto comodo soprattutto perché in rosa non c'è un vero centravanti (Anelka e Henry non lo sono), l'idea di affidare le chiavi della squadra a Gourcoff si è mostrata inadatta. Il francesino, seppur reduce da due buone stagioni con il Bordeaux, è sembrato un giocatore senza personalità. Anche Ribery non ha combinato granché mentre Anelka schierato al centro dell'attacco ha mostrato di sentirsi maggiormente a proprio agio come seconda punta, coem ormai fa nel Chelsea. Nostalgia di Zidane?


Luca Paradiso

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